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giovedì 1 agosto 2013

Ai genitori degli alunni di una Cl@sse 2.0 e ai colleghi docenti

LA NOSTRA SCUOLA, LE SUE SFIDE ED IL FUTURO CHE L'ATTENDE


     






Sono solito usare tante immagini e poche parole, ma vista l’importanza del post devo utilizzare parole…spero non siano troppe.

Nel proporre il progetto che sta alla base della Classe 2.0 dell 'I.C. "A.Volta" di Latina, diverse sono state le perplessità avvertite, le diffidenze riscontrate, ma altrettanto forti sono state le motivazioni che ne hanno permesso la concretizzazione. In una società “fluida” e fortemente globalizzata ove si stanno modificando i tradizionali sistemi di trasmissione della Cultura, cosa può fare la Scuola e cosa possiamo fare noi Docenti? 
Posso citare la mia esperienza personale di questi ultimi 10 anni. Il mondo della scuola italiana è stato attraversato in lungo ed in largo da eventi che qualcuno pensa(va) di breve durata e di lieve impatto. Due Riforme generali del sistema dell’istruzione (Moratti e Gelmini), che prevedono tra l’altro innalzamento dell’obbligo scolastico, forte impulso a sistemi di valutazione oggettivi, gestiti a livello centrale da un Istituto creato ad hoc per questo scopo (INVALSI), periodico confronto tra i paesi più sviluppati (OCSE) sulle performance degli studenti e verifica dei costi e degli investimenti erogati dagli Stati per migliorare il livello di istruzione delle giovani generazioni (a partire dal 2002) e, seguendo quest’ottica, forte incentivo agli scambi/confronti culturali tra i paesi membri dell’Europa (Etwinning, Comenius, Erasmus). E nel contempo, nuovi Concorsi per Dirigenti scolastici e Docenti, dimensionamenti scolastici ed economie di spese che, con la Spending Review, incentivano la digitalizzazione della scuola, tra registri elettronici e libri digitali, contributi obbligatori liberali e controlli valutativi del Merito e della Qualità. Tutto ciò in un mondo, quello della Scuola, appunto,  dove il 52% degli oltre 700.000 docenti di ruolo ha almeno 50 anni e che la Riforma Fornero contribuirà ad un ancor più lento ricambio generazionale.
Sono questi gli aspetti salienti di un repentino adattamento dell'Istituzione scolastica verso una società che muta molto più rapidamente rispetto al passato, dove ad esempio lo stesso processo di apprendimento non è più lineare, ma globale. E se per qualcuno queste "novità" possono sembrare delle "spine nel fianco" è anche vero che la Scuola continua ad assumere un ruolo centrale e propositivo nella nostra Società.  E’ una finestra sul mondo che verrà, con i suoi spiriti irrequieti da formare, l’immaginazione di un mondo migliore da proporre e realizzare con le vittorie e le “cadute” di chi vuole esserne protagonista.
In questo contesto così fluido e dinamico che è diventata la Scuola pubblica italiana,  le nuove tecnologie stanno appunto modificando (per qualcuno stravolgendo) la trasmissione dei sapere e delle conoscenze, ma al tempo stesso stanno offrendo nuove possibilità di sviluppo. 
Un mio collega andato in pensione qualche anno fa, avvertiva lo scollamento “esistenziale” tra il modello tradizionale di Scuola che lui aveva vissuto in pieno e quello nuovo che si stava palesando all’orizzonte. Nel suo saggio “La scuola sul ponte” (A.Ficarola, Ed. Albatros 2010), lui, professore e al tempo stesso psicologo, avvertiva appunto questa sensazione di “lacerazione”, di scollamento che aveva osservato, almeno nella parte finale della sua esperienza di insegnante, e ha fatto di questo “disagio esistenziale” il centro del suo studio comportamentale.
Eppure da allora, nonostante questo breve lasso di tempo,  molta acqua è passata sotto il ponte della nostra Scuola. E così...ritorna ancora prepotentemente la stessa domanda posta all'inizio dell'articolo: Qual è il compito che noi docenti dobbiamo assolvere, in questa fase che è di passaggio tra una sponda e l’altra del fiume? La risposta è immediata ed istintiva: intuire i cambiamenti, farli nostri ed educare i nostri ragazzi, oramai nativi digitali a tutti gli effetti, a “nuotare” in mezzo a queste acque per loro così travolgenti, dando loro la consapevolezza di usare con coscienza e responsabilità questi strumenti che stanno cambiando il mondo ed i tradizionali rapporti interpersonali.
Ecco altri dati che ci vengono da una recente ricerca del Censis (2012); la sintesi proposta va letta come un grido d’allarme che viene lanciato dal mondo della scuola:  segna il distacco che c’è rispetto alle attese “educazionali” richieste  dai nativi digitali.
Le giovani generazioni sono quelle che posseggono le chiavi d'accesso più dinamiche alla società digitale. La rivoluzione nell'uso dei media da parte dei giovani ha assunto i caratteri della moltiplicazione e dell'integrazione degli strumenti di informazione e comunicazione. I giovani entrano in contatto da subito con un gran numero di mezzi di comunicazione, Internet registra un elevatissimo tasso di penetrazione, ai primi posti nell'uso abituale dei media si trovano telefono cellulare e social network, sempre a livelli più alti tra i «nativi digitali» di quanto avviene nelle fasce d'età più avanzate. Queste trasformazioni investono i processi di apprendimento e di istruzione, e hanno importanti ripercussioni sui comportamenti che i più giovani adottano, consapevolmente o meno, nel contatto e nell'utilizzo, spesso intensivo, delle tecnologie digitali.
Proprio in questo contesto di forte innovazione, dove appunto variano le tradizionali dinamiche dell'apprendimento non più lineare, noi docenti possiamo ancora far molto; soprattutto prendere coscienza che noi siamo formatori di chi sarà protagonista domani e, per prima cosa, dobbiamo essere pronti a svolgere questo nostro mestiere di creare individui consapevoli, in grado di interagire con questa società tanto diversa da quella in cui noi siamo cresciuti e a cui ci sentiamo fortemente ancorati…ma questo è il futuro e lo dobbiamo ai nostri ragazzi.
Certo è bello ed emotivamente coinvolgente vedere sui prati o sulle panchine di un parco dei bambini sfogliare libri di favole e storie di navigatori …
ma se guardiamo bene intorno a noi è sempre più frequente vedere i giovani maneggiare Console e Device di ultima generazione: Play Station, Wii, Netbook, Tablet e Smarthphone dotati di applicazioni tecnologicamente sempre più potenti, aprire account di posta elettronica, chattare e frequentare social network, dando "amicizia" a chiunque la richieda. 
Quello che ci deve far riflettere, come docenti e genitori responsabili, è che i nativi digitali, spesso acquisiscono questa dimestichezza nell’utilizzo di tali strumenti autonomamente o, al massimo, viene trasmessa loro non da adulti ma dai coetanei. Ed è questo la falla che il sistema scolastico deve colmare, perché spesso questo loro utilizzo è senza regole e senza consapevolezze e ritengo spetti al mondo della scuola intercettare tali interessi, veicolandoli verso un tipo di conoscenza e di produttività nuova, più ampia e responsabile.
Questo non vuol dire cancellare le conoscenze a noi trasmesse dalla tradizione, significa solo variare il modo con cui queste oggi si possono trasmettere: diventare cioè noi “immigranti digitali” per educare ai nuovi media quelli che invece sono i “nativi digitali”. Usare ,ad esempio, la condivisione dei materiali o, per dirla all’inglese che fa tanto di moda, lo Sharing o l’archiviazione digitale, il Cloud, è anche un modo  ecologico ed economico.  Se si pensa ad esempio che un CD di ca. 700 Mbyte è in grado di archiviare 330.000 fogli in formato A4 e che 4 Mbyte è la dimensione del file generato quest'anno dal mio Registro elettronico (ed. Marco Sechi) !
E parliamo di byte che è una dimensione virtuale…cioè non ha una consistenza materiale, insomma non occupa spazio fisico!
Per concludere, voglio riportare delle considerazioni di un “quarantenne” che fotografa chiaramente la cesura generazionale che lui avverte tra i giovani.  Andrea Pezzi, nato come DJ agli inizi degli anni ’90 ed in seguito passato alla televisione, ha lasciato il mondo della produzione televisiva per gettarsi a capofitto, e non senza qualche personale rischio finanziario, nel mondo della creazione digitale: è l'ideatore della prima Enciclopedia multimediale italiana, ovo.com. In una recente intervista (2013), alla domanda, "Come vede i giovani di adesso?", risponde in una maniera che ci lascia fortemente riflettere: "Quelli sotto i 16 anni, che s’isolano con la tecnologia, m’interessano. Perché in qualche modo il loro comportamento è una forma di difesa, un tentativo di staccarsi dagli adulti. I ragazzi più grandi… un branco di inetti. Sono convinti, per esempio, che hanno dei diritti a prescindere". 
La Scuola non può rimanere inerme di fronte alla situazione fissata in maniera così stucchevole da queste frasi. Deve essere in grado di intercettare i bisogni dei giovani, interagire con essi e renderli consapevoli delle potenzialità formative delle nuove tecnologie. Ecco come vedo io la mia Classe 2.0 che interagisce in pieno con questa Generazione Web. Dove le nuove tecnologie, Internet e le sue risorse vengono elaborate in gruppi di lavoro, dove il docente, grazie alle competenze acquisite, è il team leader, dove  i materiali vengono così raccolti, modificati e plasmati secondo le proprie sensibilità, favorendo l’inclusione di chi ha una diversa sensibilità e un diverso ritmo di apprendimento, dove insomma l’apprendimento diventa cooperativo e condiviso.
Tutte queste esperienze verranno infine archiviate in formato digitale, dematerializzando tutto ciò che un tempo, nella scuola che stava dall’altra parte del ponte, doveva essere documentato in maniera cartacea, perseguendo quella sensibilità verso il rispetto della Natura e dell’Ambiente che deve essere un imperativo per le giovani generazioni. E cambia anche il rapporto tra la Scuola e la Famiglia, fondato su nuovi cardini di trasparenza, di comunicazione e di affidamento formativo e responsabile.
Ecco ciò che ci aspetta se vogliamo che la Scuola raggiunga l'altra sponda e vada dall’ altra parte del ponte.
A livello centrale, la scelta è stata oramai intrapresa: al MIUR, oltre al Piano Nazionale della Scuola Digitale, si parla di Editoria multimediale, di Classe 2.0 ma a dire la verità si sta già predisponendo l’Aula 3.0. Gruppi di Insegnanti 2.0 si incontrano su Facebook o Twitter, creano blog e siti personali, organizzano il loro 1° Convegno per incontrarsi, parlarsi, scambiare e migliorare le loro esperienze didattiche.  Questa è la sfida che ci attende: essere pronti a confrontarci, ad interagire dinamicamente con questi cambiamenti, …non ostacolarli o temerli. Preparare nella maniera migliore i nostri ragazzi ad essere protagonisti di questa società digitale che si sta formando velocemente attorno a noi; far si che comprendano come le ITC rappresentino uno strumento valido per raggiungere obiettivi, anche alti, con funzionalità tali che finora non erano mai state possedute da una comunità così vasta di utenti. Insomma, far comprendere loro (ed in primis comprenderlo anche noi, docenti e genitori) le enormi potenzialità che stanno dietro l'innovazione che il mondo del digitale e della multimedialità sta producendo, saperne a volte anche cogliere ed avvertirne i limiti e le imperfezioni ma far acquisire loro quella consapevolezza nell'interagire in maniera responsabile con questa tecnologia che sta profondamente modificando molti aspetti della realtà che circonda tutti. 

E dopo tante parole... un bel corto della Pixar!!! 


(grazie a Cristiana Ceccatelli per la segnalazione)


    Buona visione e…
           ...Avanti tutta…Capitano, mio capitano!


sabato 13 luglio 2013

LA PRESENTAZIONE DELL' IDE@ 2.0

Una veloce presentazione per spiegare l'Ide@ 2.0 alla base della nostra Cl@sse 2.0.
ITC-CONDIVISIONE-ARCHIVIAZIONE DIGITALE
Interazione tra Scuola (Docenti) e Famiglia (Alunno-Genitori)
per modificare i tradizionali ambienti di apprendimento.




sabato 22 giugno 2013

Il Progetto Cl@sse 2.0 e l' IDEA@ 2.0




A partire dall'a.s.2013/2014 viene attivata presso la Scuola Media "A.Volta" di Latina una Cl@sse 2.0.
Alla base di questa progettazione innovativa, che implementa l'uso delle tecnologie digitali nelle attività didattiche, c'è una seria riflessione sui cambiamenti dei modelli dell'apprendimento nella società della globalizzazione.
VEDI LA PRESENTAZIONE: